Attaccamento

 Attaccamento: infanzia e relazioni adulte

 

La teoria dell’attaccamento rappresenta uno dei filoni di indagine piú promettenti nell’ambito della psicologia clinica.

Il primo studioso ad approfondire l’argomento fu John Bowlby. Attraverso le sue ricerche sui bambini degli orfanotrofi l’autore definí l’attaccamento come la necessitá di percepire la vicinanza ed il contatto con una persona di riferimento adulta.

Stabilire questo contatto di riferimento va molto piú in lá del semplice essere presi in braccio. Parliamo di un attaccamento sicuro quando chi si prende cura del bambino sa “vederlo”: riconoscere i suoi bisogni e dargli calore, presenza, equilibrio. Quella stabilitá fisica ed emozionale che permette un corretto svuluppo psicologico. In queste condizioni il bambino interiorizza una base sicura, una visione positiva di sé, ed apprende a regolare le sue emozioni.

 

Attaccamento: stili

 

Un semplice esempio puó chiarire il concetto. Un bambino é uscito con gli amici a giocare, è caduto per terra ed adesso corre disperato a casa. Un genitore sufficientemente buono sa che in quel momento il bambino ha bisogno del suo aiuto. In primo luogo gli insegna a lavare la ferita e a disinfettarla. In secondo luogo lo prende in braccio e lo tranquillizza. Non é niente, ti passerá subito.

Il bambino impara a prendersi cura di sè tanto a livello fisico che a livello emozionale. La prossima volta che gli succederá di farsi male recupererá queste due informazioni dalla memoria: è importante disinfettare le ferite, e anche se adesso questa emozione che sento mi sembra incontrollabile un po’ alla volta diminuirá e tutto tornerá come prima.

Immaginiamo adesso un altro bambino. Torna a casa gridando peró la situazione che trova è del tutto diversa. Gli si rimprovera di non aiutare e di essere sempre in giro, o di aver sporcato i pantaloni nuovi, gli si dice che stá strillando per nulla, o che gli uomini non piangono. Stai zitto o ti daró io delle buone ragioni per stare male. Nessuno gli spiega cosa fare con quella ferita, e lui resta confuso e impaurito. Tutto quello che sta imparando è che la sua presenza disturba e che dovrá arrangiarsi. Oppure impara a strillare il doppio perché qualcuno gli presti attenzione.

In questo caso l’ambiente familiare non rappresenta una base sicura.

Non avendo gli strumenti e l’educazione necessaria per gestire le proprie emozioni, quel bambino potrebbe imparare a disconnetterle (un attaccamento che potremmo definire “evitante”) o potrebbe finire col viverle troppo intensamente sentendosi incapace di affrontarle (un attaccamento iche potremmo definire ”preoccupato”).

 

Attaccamento e relazioni adulte

 

Molti studi sembrano confermare una correlazione importante tra lo stile di attaccamento che abbiamo appreso e il livello di soddisfazione nelle relazioni di coppia.

Le persone con un attaccamento sicuro saprebbero comunicare meglio le proprie necessitá de empatizzare con quelle del partner. Secondo le ricerche saprebbero cominciare una relazione con piú fiducia in se stessi e non cadere nelle dinamiche della dipendenza.

Le persone con un attaccamento evitante spesso potrebbero disconnettersi dalle proprie emozioni. Al manifestarsi delle prime difficoltá potrebbero interrompere la relazione, non concedendo nè a sé nè ai loro partner la possibilitá di risolvere i problemi. O potrebbero presentare difficoltá ad innamorarsi e a lasciarsi conoscere.

Le persone con un attaccamento preoccupato potrebbero vivere la relazione con un eccesso di ansia, sviluppando preoccupazioni, gelosie e pensieri ossessivi nella costante paura che il partner li abbandoni. Di qui la possibilitá di sviluppare dinamiche di dipendenza.

Attaccamento

Attaccamento disorganizzato: conseguenze cliniche

 

Attaccamento sicuro, attaccamento evitante, attaccamento preoccupato: manca all’appello un quarto stile di attaccamento, senza ombra di dubbio il piú grave a livello clinico.

L’attaccamento disorganizzato é il risultato di gravi mancanze da parte del contesto familiare. Anziché proteggere il bambino, le figure adulte di riferimento sono diventate il peggiore oggetto delle sue paure. Entriamo nel campo della violenza (fisica, verbale e/o psicologica) e dell’abuso sessuale. Privato di punti di riferimento sicuri, il bambino rischia di non apprendere strategie difensive. Di qui il nome: totalmente esposto a situazioni eccessivamente stressanti, e totalmente privo di strutture organizzate di risposta, quel bambino potrebbe sviluppare in etá adulta disturbi psicologici molto gravi e alterazioni profonde nella maniera di percepirsi e di percepire gli altri.

Queste situazioni cliniche purtroppo sono piú frequenti di quanto si possa immaginare. Ben nascoste dalle pareti domestiche.